Scegliere la scuola superiore, una tappa delicata della vita dei ragazzi: come orientarsi?
“Indovinare il possibile futuro dei figli è proprio uno degli obiettivi dei genitori: a volte le loro profezie si avverano, ma in molti altri casi i bambini diventano degli adulti molto diversi dal sogno o dall'incubo dei genitori. Diventano ciò che hanno sempre saputo di essere. Quelli che non hanno capito copiano dagli altri o si inventano la parte”
G. P. Charmet
Il passaggio alla scuola superiore attiva cambiamenti significativi nella vita dei ragazzi e di chi cerca di stargli accanto durante la scelta. Alle soglie di un cambiamento così importante possono nascere dubbi e incertezze che meritano di essere condivisi e affrontati. Spesso ci si sofferma su un approfondimento dell'offerta formativa, cercando di valutare in modo critico i percorsi messi a disposizione dalla scuola: quali materie vengono proposte, qual'è il monte ore, che tipo di impegno viene richiesto a casa. Si cerca anche di prendere in considerazione cosa offrirà il territorio dal punto di vista socio economico, anche se questo tipo di analisi oggi risulta sempre più faticoso a causa della continua evoluzione del mondo del lavoro.
Come in tanti altri momenti della crescita gli adulti si chiedono come sostenere senza sostituirsi mentre i ragazzi si cimentano con una nuova autonomia decisionale destreggiandosi tra le aspettative dei pari, dei famigliari e dei loro riferimenti scolastici.
Accompagnare nella scelta della scuola superiore significa trasmettere innanzitutto che il processo di scelta non si esaurirà nel qui ed ora "della scuola migliore" ma rappresenta una delle tappe, sicuramente fondamentale e di peculiare complessità, di un lungo cammino avviato all'inizio del percorso scolastico e che proseguirà anche al termine della scuola superiore.
Affrontare la scelta partendo da questa prospettiva dovrebbe favorire una diminuzione delle ansie e delle preoccupazioni.
Quando ci si pone la fatidica domanda “Quale sarà la scuola giusta?” è importante fermarsi e chiedersi come genitori cosa ci si aspetta da questo passaggio e cosa si aspettano i ragazzi, ricordando che la scommessa di un buon orientamento sta nell'attivare processi di conoscenza di sé e del mondo che aiutino il preadolescente a partecipare in modo sempre più attivo e responsabile alla costruzione del proprio progetto di vita. In questo senso sarà decisivo come famiglie saper creare uno spazio per ascoltarsi e ascoltarli!
Concedetevi un tempo per ripensare a come avevate immaginato il vostro futuro: recuperare la propria esperienza di un tempo può essere importante per capire che traccia ha lasciato nell'adulto di oggi, quali ricordi e quale peso emotivo dell'esperienza scolastica di tanti anni fa sono rimasti, domandandosi se e in che modo questa può influenzarci nel qui ed ora: un ricordo positivo potrebbe portare ad indirizzare verso un medesimo percorso, o viceversa si potrebbe spingere in una direzione completamente diversa dalla propria per evitare il ripetersi di ansie, per proteggere dalla frustrazione e dal rischio di fallimenti che hanno fatto soffrire.
Allo stesso tempo sarà decisivo comprendere che anche la scelta fatta dai ragazzi è influenzata dall'immagine che hanno costruito di sé con il contributo delle persone con cui condividono il loro sviluppo in qualità di studenti ma non solo: cosa provano? Come pensano? Come e cosa ci comunicano? Alcune caratteristiche tipiche di questa fase della vita possono influenzare la scelta, come ad esempio l'insicurezza e la difficile ricerca di un equilibrio tra il bisogno di essere controllati e quello di libertà.
La scelta potrebbe tendere quindi verso la rassicurazione e il bisogno di mantenere delle relazioni, oppure potrebbe essere accolta come un'occasione per misurare le proprie capacità di resistenza e adattamento, o ancora potrebbe essere vista come un'opportunità per “impreziosirsi” orientandosi verso una scuola ritenuta “prestigiosa”; la scelta potrebbe essere intesa anche come certificazione immutabile delle proprie capacità punto d'arrivo e non punto di inizio. Il cambiamento del resto attiva può infine innescare la paura di fallire e di non essere all'altezza o non accettato nel nuovo gruppo classe.
Ponendosi alla continua ricerca della giusta distanza sarà importante saper cogliere i piccoli pertugi che offrono per stargli vicino e aiutarli a riflettere su ciò che sono capaci di fare.
Letture consigliate:
Gustavo Pietropolli Charmet, Cosa farò da grande? Il futuro come lo vedono i nostri figli, editori laterza, 2012.
Francesco Dell'Oro, Cercasi scuola disperatamente, orientamento scolastico e dintorni, Urra, 2012.